In questo video Frank Merenda ci accompagna in un viaggio controcorrente, dove le mode digitali vengono messe in discussione e le vecchie ca...
In questo video Frank Merenda ci accompagna in un viaggio controcorrente, dove le mode digitali vengono messe in discussione e le vecchie care strategie di Marketing fisiche tornano sotto i riflettori. Con ironia, casi pratici e qualche stoccata, Merenda ci ricorda che prima di cercare l’oro su nuovi social, conviene imparare a zappare bene il proprio orto.
Cosa possiamo imparare dal video?
Frank Merenda entra in scena con la consueta grinta e ci regala una lezione che sembra un caffè ristretto: forte, concentrata, e con un retrogusto che resta a lungo. In questa prima parte del suo intervento, ci invita a rimettere i piedi per terra (e le mani sul prodotto), riscoprendo le basi del marketing efficace. Il suo messaggio è chiaro: è inutile inseguire l'ultima moda digitale se si dimentica come vendere davvero.
Le fondamenta: solide come un mattone di Lego.
"Cominciamo dalle basi" dice Merenda, e sembra di sentirlo mentre spolvera il vecchio manuale di marketing come fosse un cimelio prezioso. La sua tesi iniziale è semplice quanto rivoluzionaria: anche chi si considera esperto deve tornare ai fondamentali. Perché? Perché sono quelli che fanno suonare la cassa, trasformando i lead in clienti paganti, cioè in "contratti, scontrini, fatture e soprattutto soldi in cassa".
Il primo errore: il feticismo del nuovo media.
Merenda si scaglia contro la sindrome del "nuovo è meglio". Siamo circondati da guru che ci dicono come fare marketing su TikTok, su Snapchat, o su qualsiasi altra piattaforma spuntata ieri. Eppure, il nostro target è già da qualche parte. Il vero lavoro non è inseguire nuove piattaforme, è capire dove sono le persone e come raggiungerle al meglio. Questa rincorsa compulsiva al nuovo, dice Merenda, è una "ricerca spasmodica della novità " che finisce per far perdere tempo, soldi e soprattutto... clienti.
Il secondo errore: buttare via ciò che funziona.
Il futuro sarà digitale? Forse. Ma oggi non è ancora arrivato. Eppure molti imprenditori, nel tentativo di fare i futurologi del marketing, abbandonano troppo presto i canali che funzionano. Merenda non fa giri di parole: è un errore clamoroso gettare via il marketing fisico solo perché "il futuro è online". L'obiettivo non è fare previsioni, è fare profitti. E i profitti si fanno nel presente, non in un ipotetico domani.
PlayStation 5: il Blu-ray batte il digitale.
Merenda porta un esempio da manuale: il lancio della PlayStation 5. Due versioni: una digitale e una con lettore Blu-ray. Qual è andata a ruba? Quella con il lettore fisico. E non solo è finita subito, è stata anche la più costosa. La gente ha votato col portafoglio, scegliendo il piacere del possesso fisico, anche a costo di spendere di più. Perché? Perché toccare, vedere, avere qualcosa in mano resta una necessità umana, anche nell'era dello streaming.
Buyer remorse: combatterlo con qualcosa da scartare.
Quando un cliente compra e riceve subito qualcosa di tangibile, è più felice. Merenda spiega che dare qualcosa di fisico aiuta a giustificare l'acquisto e a ridurre il "buyer remorse". È un po' come quando compri un abbonamento online e, dopo pochi mesi, ti chiedi: "perché sto ancora pagando?". Se invece ricevi un oggetto, anche piccolo, l'acquisto ti sembra più concreto e meno rimpianto.
Libri cartacei ed ebook: Davide vince ancora contro Golia.
Lettori digitali, dispositivi e-book, biblioteche tascabili ... tutto molto bello. Eppure, i libri di carta continuano a vendere. Perché? Perché un libro è anche un oggetto, un simbolo. Lo puoi sottolineare, lo puoi mettere in bella vista. Un ebook è un file. Il libro invece è un totem, un'estensione dell'autore che ti guarda dallo scaffale. Anche nel marketing, ciò che esiste fisicamente ha più impatto di ciò che rimane nell'etere.
Media vecchi e nuovi: convivono, non si eliminano.
Infine, Merenda smonta l'illusione che i nuovi media soppiantino i vecchi. La stampa non è stata sostituita dalla radio, la radio non è sparita con la TV, e internet non ha fatto fuori nessuno. Le abitudini cambiano lentamente e i media si affiancano, non si annullano. Anche per il marketing, è un errore pensare che il digitale debba uccidere il fisico. I due possono convivere, e spesso lo fanno alla grande.
In sintesi: occhio alle mode, cuore alle basi.
Frank Merenda ci ricorda che il marketing efficace parte da ciò che funziona oggi, non da quello che andrà forse di moda domani. Le piattaforme passano, le abitudini restano. E se vuoi davvero convertire, serve qualcosa che si possa toccare. Nelle prossime puntate, approfondirà perché il marketing fisico non è solo vivo, è più in forma che mai.
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